Lo zucchero riveste un ruolo centrale nel determinismo di moltissime malattie; induce, infatti, un aumento della resistenza periferica all’insulina, che è una condizione che prelude alla sindrome metabolica; in questa troviamo molte malattie che pensavamo fossero separate tra di loro come l’ipertensione, l’obesità, il diabete di tipo secondo, le malattie cardiovascolari, la sindrome dell’ovaio policistico. Un alto tasso di zucchero nel sangue determina, inoltre, la degenerazione di alcune proteine mediante il meccanismo della glicazione (legame di uno zucchero a una proteina); tali proteine glicate spingono verso le malattie cronico degenerative. Le molecole glicate possono anche essere introdotte con l’alimentazione per incongrue cotture delle proteine (carne cotta a alte temperature >120°C).
L’olio di oliva avendo un’alta concentrazione di polifenoli ha un’azione protettiva nei confronti di molte malattie come le malattie cardiovascolari, il cancro, l’osteoporosi ed il diabete (non lesinatelo). Si può usare anche per friggere avendo un’alta temperatura per il punto di fumo.
Il latte: in natura non c’è nessun adulto di nessuna specie che continua ad alimentarsi con il latte, per giunta di un’altra specie. La ricerca ha concluso in modo esaustivo che il latte e i suoi derivati: fanno ingrassare, fanno venire l’acne e (udite, udite!!!) favoriscono l’osteoporosi che ha un’incidenza molto più elevata proprio nei paesi dove si consumano più latte e suoi derivati. In merito alla relazione tra il latte e l’osteoporosi si deve ricordare che il latte e i formaggi sono cibi acidificanti; l’acidità non è amica della salute, quindi l’organismo mette in essere ogni reazione per tamponare tale situazione. L’elemento chimico con alta capacità tamponante e presente in grande quantità nel corpo è il calcio, quindi l’osso diventa il grande fornitore di calcio per contrastare questa situazione. Inoltre non dobbiamo dimenticare le intolleranze al lattosio che si esprimono in altissima percentuale negli asiatici, gli afro-caraibici e nei sud-europei; non è raro trovare casi di acne, emicrania, problemi gastrointestinali, dermatiti atopiche, e altri sintomi sfumati che derivano da un’intolleranza ai contenuti del latte.
Il glutine: il 30% degli europei è portatore di un gene che fa aumentare in modo importante il rischio di avere la celiachia, circa l’1% è celiaco; il quadro sintomatico è molto complesso e si differenzia tra il bambino e l’adulto. Nel bambino possiamo trovare: diarrea e vomito, arresto della crescita, modificazioni dell’umore; nell’adulto si può presentare con: sintomi gastrointestinali, ma anche con debolezza, dolori osteoarticolari, afte, carenza di ferro, manifestazioni psichiche; il rimanente 29% dei portatori del suddetto gene potrà avere gradi vari e diversi di incompatibilità con il glutine. Le cose si stanno complicando, infatti, un recente uno studio ha messo in evidenza come una sostanza del glutine la gliadina potrebbe avere un’azione pro-infiammatoria nel nostro organismo, facendo così aumentare il rischio delle malattie cronico degenerative.