Domande – Risposte

Una pagina dove il Dott. Semeraro risponde a domande e curiositá.

La grande maggioranza delle infezioni scompare spontaneamente, circa il 50% nel corso di un anno e circa l’80% in due anni. Quando l’infezione scompare anche il rischio scompare

Si prende per via sessuale, anche se non necessariamente in seguito ad un rapporto sessuale completo.  In alcuni casi l’infezione può essere trasmessa da una persona all’altra molti anni dopo che una delle due persone l’ha presa. Il fatto di avere l’infezione può quindi non avere nulla a che fare con l’attuale compagno.

Secondo me: dato che è stato dimostrato la presenza della che dell’HPV su fomiti (materiale inerte) la definizione che secondo me è più aderente alla realtà è che: ” l’HPV ha una trasmissione prevalentemente sessuale”.

Se vuole chiarimenti può contattarmi.

Non ci sono ancora medicine validate per curare questa infezione. In particolare, si è visto che non servono gli antibiotici, gli ovuli o le lavande vaginali.  La cosa più importante però è identificare in tempo le alterazioni provocate dal virus, che sono quelle che cerchiamo con il Pap-test. Quindi partecipare allo screening è la cosa più efficace che una donna possa fare per proteggersi.

Secondo me: se si è instaurata una infezione da HPV significa che il sistema immunitario non è stato competente nel proteggerci, quindi un’azione terapeutica volta a migliorare la funzione del sistema immunitario in modo aspecifico, e con alcuni rimedi, in modo specifico può certamente facilitare la eliminazione dell’infezione da HIV.

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E’ molto difficile prevenirla: infatti è un’infezione molto comune, soprattutto fra le persone giovani, e il preservativo non garantisce una prevenzione del 100%.  Da alcuni anni c’è un vaccino quadrivalente contro alcuni tipi di virus responsabili di circa il 70% dei tumori del collo dell’utero; da circa un anno e in commercio un vaccino nonavalente che porta alla protezione al 90% dei tumori del collo dell’utero. Naturalmente le donne anche vaccinate dovranno continuare a sottoporsi agli screening proposti dalla regione.

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E’ un esame che si effettua in maniera simile al Pap-test. Il materiale prelevato però non è letto al microscopio, come nel Pap-test, ma sottoposto a un esame di laboratorio per la ricerca del virus. Questo test sta soppiantando il Pap test nello screening del cancro del collo dell’utero, in quanto da una maggiore protezione fino a cinque anni. Il prelievo è come quello del Pap test.

Il test HPV si può fare per diversi motivi:  per selezionare, tra le donne che hanno alcune alterazioni cellulari nel Pap-test (chiamate ASC-US o L-SIL), quelle che devono fare una colposcopia. In questo caso il test HPV è un esame di completamento;  per seguire nel tempo le donne che hanno un test HPV o un Pap-test positivi e una colposcopia negativa o che ha evidenziato lesioni di scarsa rilevanza;  per seguire nel tempo le donne che hanno avuto un trattamento per lesioni pretumorali del collo dell’utero;  infine, il test HPV si può fare come test di screening, al posto del Pap-test. In questo caso se il test HPV è positivo il Pap-test diventa un esame di completamento, che viene chiamato test di triage.

Se vuole chiarimenti o fare il test HPV può contattarmi.

L’HPV (papilloma virus umano) è un virus che provoca un’infezione molto frequente, che la maggior parte delle donne prende almeno una volta nella vita e nella maggior parte dei casi si autoelimina spontaneamente.

Nella maggior parte dei casi si risolve da sola. In alcuni casi l’infezione provoca delle lievi modificazioni alle cellule del collo dell’utero.  Queste modificazioni si trovano con il Pap-test, e vengono generalmente descritte utilizzando delle sigle (per esempio ASC-US o L-SIL) che fanno parte di una classificazione internazionale.

Se nel suo paptest è comparsa queste una di queste sigle, per avere chiarimenti e per essere tranquillizzata, può contattarmi.

La maggior parte delle lesioni guarisce spontaneamente, ma alcune, se non curate, possono progredire e diventare tumori. Questo però è un evento molto raro e richiede generalmente molti anni.  Ancora gli studi non ci permettono di capire quali lesioni guariranno e quali no. Forse però presto potremo capirlo, perché ci sono molti studi in corso.  Per ora è importante tenere sotto controllo tutte le lesioni e trattare solo quelle al di sopra di una certa gravità. Infatti le complicanze, dopo i piccoli interventi utilizzati per trattare queste lesioni, sono rare ma esistono. Quindi è giusto riservare i trattamenti a quelle lesioni che rischiano di progredire, cioè, in genere, a quelle che vengono chiamate CIN2 e CIN3.  Nella maggior parte dei casi le lesioni più piccole, che sono chiamate CIN1, vengono controllate nel tempo con il test HPV o con la colposcopia.

Secondo me: dato che la salute e la malattia sono una partita che si gioca tra l’HPV e il sistema immunitario, in caso di lesioni che non necessitano di intervento (CIN1, L-sil, test HPV+ e paptest-) o dopo un trattamento per una lesione maggiore (CIN2,CIN3) con HPVtest positivo, secondo me è il momento ideale per intervenire con terapie che possono stimolare il sistema immunitario in modo aspecifico e con alcuni rimedi in modo specifico per far regredire la presenza del virus.

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Sì, ma solo pochissime delle donne con infezione da HPV sviluppano un tumore del collo dell’utero. Inoltre ci vogliono molti anni perché le lesioni provocate dal virus si trasformino in tumore.

Generalmente le lesioni sono provocate dal virus HPV. Però non sappiamo ancora, perché solo pochissime delle donne che hanno il virus sviluppano una lesione. Sicuramente il sistema immunitario, il fumo e altri fattori, hanno un ruolo importante.

secondo me: dato che sappiamo che l’HPV è causa necessaria per sviluppare lesioni del collo dell’utero, ma tale causa non è sufficiente perché debbono intervenire altri fattori quali un deficit del sistema immunitario, eccessi di fumo per creare una patologia da HPV del collo dell’utero, i nostri sforzi dovranno indirizzarsi nel riequilibrio del sistema immunitario eliminando dove possibile le cause che hanno determinato tale deficit. Oggi mediante terapie naturali si può facilitare l’eliminazione dell’HPV.

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Sono virus della stessa famiglia, ma i virus HPV che causano le verruche e i condilomi non provocano il tumore del collo dell’utero.  Per questo motivo i virus HPV che causano il tumore del collo dell’utero sono chiamati virus ad alto rischio oncogeno, e quelli che causano i condilomi genitali sono chiamati virus a basso rischio oncogeno. Il test HPV che si fa nello screening serve a identificare solo i virus HPV ad alto rischio oncogeno.

No, c’entra moltissimo, perché con il Pap-test possiamo vedere al microscopio proprio le modificazioni cellulari provocate dal virus HPV. Il Pap-test rimane un esame molto utile, che è servito a diminuire tantissimo la mortalità per il tumore del collo dell’utero, e che è ancora usato come test di screening in molti programmi italiani.

Lo screening con il test HPV al posto del Pap-test si può fare perché molti studi hanno dimostrato che il test HPV trova più lesioni del collo dell’utero di quelle che trova il Paptest ed è quindi più protettivo.  Inoltre, il test HPV trova queste lesioni più precocemente, e quindi deve essere ripetuto ogni cinque anni invece che ogni tre anni come il Pap-test.

Secondo me: inoltre con il test per l’HIV possiamo identificare donne che non hanno patologia in atto, ma che nel tempo potrebbero svilupparla; questo sarebbe il momento ideale per intervenire con una terapia di stimolo del sistema immunitario, in modo aspecifico o in modo specifico, per cercare di liberare il corpo dall’HPV proteggendolo quindi da lesioni del collo dell’utero.

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Se dalla biopsia risulterà che lei ha delle lesioni al collo dell’utero, lei potrà curare gratuitamente presso un centro specializzato tutte quelle al di sopra di un certo livello di gravità (CIN2, CIN3 o più gravi). Per le lesioni meno gravi basterà fare i controlli che le verranno indicati presso un centro di riferimento del programma di screening.

Secondo me: naturalmente se verranno individuate le lesioni maggiori dovrà essere curata mediante ablazione delle stesse con piccolo intervento chirurgico, ma se ci troviamo di fronte al CIN1 o L-SIL si dovranno mettere in atto delle terapie per stimolare il sistema immunitario e togliere dei fattori di rischio che possono perpetuare l’infezione da HIV.

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Se ha il sospetto di avere una vaginite (cioè sente un bruciore intenso e/o molto prurito e/o molte perdite) è sconsigliabile eseguire il Pap-test perché è più difficile riuscire a interpretarlo correttamente. E’ preferibile rivolgersi prima al medico di fiducia che prescriverà l’eventuale terapia.

No, il virus HPV non si vede con il Pap-test. Però il Pap-test può mostrare le modificazioni cellulari dovute alla presenza del virus.

L’infezione si prende per via sessuale, anche se non necessariamente in seguito a un rapporto sessuale completo. Infatti, l’infezione da HPV è molto frequente e viene facilmente trasmessa tra uomini e donne e fra partners dello stesso sesso, anche in assenza di penetrazione.  Non si possono escludere vie indirette di infezione, dato che il virus è stato trovato anche nella bocca e sotto le unghie.

Secondo me: dato che è stato dimostrato la presenza della che dell’HPV su fomiti (materiale inerte) la definizione che secondo me è più aderente alla realtà è che: ” l’HPV ha una trasmissione prevalentemente sessuale”; contagiarsi con il virus naturalmente non significa ammalarsi, perché ciò avvenga ci deve essere una condizione del collo dell’utero che permetta al virus di entrare nell’epitelio (metaplasia, vaginosi batterica, …) e solamente dopo che avvenuto ciò si potrà sviluppare una lesione del collo dell’utero.

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Non si può conoscere il momento esatto del contagio, che può risalire a molti anni prima. Si può infatti rimanere portatori del virus HPV per molti anni senza avere sintomi: una persona, cioè, non si accorge di avere l’infezione.  La maggior parte delle infezioni scompare spontaneamente, circa il 50% nel corso di un anno e circa l’80% in due anni.  Una persona rimane portatrice finché l’infezione non va via.

Secondo me: dato che la condizione necessaria perché si manifesti una una grave lesione del collo dell’utero è la persistenza dell’infezione, è mandatario cercare di eliminare l’infezione da HPV. La medicina accademica non ha nessuno strumento per fare ciò mediante una medicina integrata è possibile agevolare l’eliminazione del virus.

secondo me: dato che è stato dimostrato la presenza della che dell’HPV su fomiti (materiale inerte) la definizione che secondo me è più aderente alla realtà è che: ” l’HPV ha una trasmissione prevalentemente sessuale.

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Questo è proprio il caso più frequente. In genere infatti sia l’uomo sia la donna non hanno manifestazioni evidenti dell’infezione, ma sono in grado di trasmetterla.

Secondo me: naturalmente solo con l’HPV test è possibile accertarci della presenza del virus, se il pap-test è negativo possiamo parlare di portatori sani; è proprio questo il momento, secondo me, di intervenire con terapie che possano agevolare l’eliminazione del virus stesso.

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Molto probabilmente lei ha preso l’infezione dal suo compagno. Ma lui può avere contratto il virus molti anni prima di conoscerla. In qualche caso infatti sia gli uomini sia le donne possono rimanere portatori del virus per molti anni.

Il fatto di avere un’infezione da HPV non deve portare a un cambiamento delle abitudini sessuali. L’infezione è infatti molto comune, la trasmissione al proprio compagno o compagna può sfuggire a qualsiasi misura che potremmo mettere in atto e, infine, non provoca alcuna conseguenza nella maggioranza dei casi.

Secondo me: molto spesso la donna o l’uomo con HPV test positivo vive tale condizione con disagio; a mio modo di vedere, bisogna fare tutto il possibile per cercare di eliminare l’infezione. Ricordiamo che in un anno il 50% dei pazienti si libera dellHPV, e che in due anni l’80%. Questa eliminazione del virus può essere facilitata con terapie atte a stimolare il sistema immunitario e togliendo i fattori di rischio.

R secondo me: dato che è stato dimostrato la presenza della che dell’HPV su fomiti (materiale inerte) la definizione che secondo me è più aderente alla realtà è che: ” l’HPV ha una trasmissione prevalentemente sessuale.

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Ciò è dovuto al fatto che l’infezione si può trasmettere non solo con lo sperma, ma anche attraverso un contatto con la pelle e le mucose dei genitali e della bocca.  Inoltre, si è visto che molte donne che hanno rapporti sessuali con altre donne, o le loro compagne, in passato hanno avuto rapporti sessuali con uomini.

No, finora non è stato dimostrato alcun rischio per il bambino.  Se durante la gravidanza le trovassero delle lesioni del collo dell’utero, potrà tenerle controllate, e rimandare la terapia dopo il parto.

Non ci sono ancora medicine per curare l’infezione da HPV. Possiamo però trattare, se necessario, le lesioni provocate dal virus HPV.

Secondo me: dato che la salute è sempre una partita tra l’infezione e il nostro sistema immunitario cercando di migliorare la reattività di quest’ultimo in modo aspecifico o in modo specifico certamente avremo la possibilità di aumentare le guarigioni dall’HPV.

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Generalmente le lesioni sono trattate con piccoli interventi chirurgici, fatti in ambulatorio e con un’anestesia locale. Attualmente l’indicazione è quella di trattare solo le lesioni preinvasive CIN2 e CIN3.  Esistono vari tipi di trattamento: alcuni prevedono la distruzione dell’area alterata e sono poco utilizzati, altri permettono di asportare la lesione insieme a una piccola zona di tessuto sano circostante. In genere si preferisce questo secondo tipo di trattamento perché consente un esame del tessuto al microscopio. Questo intervento si chiama conizzazione e può essere effettuato con due tecniche:
• la resezione con ansa, che è un filo metallico sottile che taglia e coagula contemporaneamente; questa tecnica è detta anche escissione con radiofrequenza o LEEP (sigla che deriva da termini inglesi);

• il laser, che è uno strumento che sfrutta la capacità di un raggio di tagliare e coagulare contemporaneamente. In alcune situazioni le due tecniche possono essere usate insieme. L’obiettivo della terapia è eliminare le cellule contenute nell’area interessata dalla CIN distruggendo meno tessuto sano possibile.

Dopo il trattamento delle lesioni il virus può andar via o, in qualche caso, rimanere. L’importante è continuare i controlli periodici previsti dal Centro in cui è seguita.  Avere l’HPV non vuol dire infatti avere una lesione né tanto meno avere un tumore, vuol dire essere portatori di un virus da controllare nel tempo. La terapia delle lesioni è molto efficace: in circa il 90% dei casi non si ripresentano.

Secondo me: dato che la condizione necessaria affinché si possano sviluppare delle elezioni del collo dell’utero dovute al HPV è la persistenza dell’infezione, dopo il trattamento se permane l’HPV a mio modo di vedere bisogna fare tutto il possibile per eliminare tale infezione; anche perché le pazienti che si trovano in questa condizione presentano uno stato di “scoramento” che può indurre una diminuzione della qualità della vita per la paura che la patologia trattata possa ripresentarsi.

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Nella maggior parte dei casi, se 6-12 mesi dopo il trattamento, il test HPV è negativo, l’infezione con il virus che ha causato la lesione non si ripresenterà.  Non si può escludere però che a volte il virus rimanga presente in quantità così piccole da non essere identificato con il test HPV. In questo caso il test potrebbe diventare positivo a un controllo successivo. Inoltre, è possibile prendere una nuova infezione con lo stesso tipo o con tipi diversi di HPV; per tale motivo è indispensabile continuare a fare i controlli con l’HPV test.

secondo me: dopo un trattamento ablativo o distruttivo di CIN 2 o CIN 3, a mio modo di vedere, si deve sempre fare un intervento terapeutico per stimolare il sistema immunitario, che si è dimostrato poco efficiente, per evitare recidive o le infezioni.

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Se durante la gravidanza le trovassero dei condilomi genitali, nella maggior parte dei casi questi potranno essere trattati con un’anestesia locale. Dopo la terapia lei potrà partorire normalmente per via vaginale. Avere dei condilomi genitali non è di per sé un’indicazione al taglio cesareo. A volte però il cesareo può essere consigliato se nella vagina o nella vulva i condilomi sono molto numerosi. Inoltre, anche se molto raramente, in questi casi il virus HPV potrebbe passare al bambino e causare dei problemi respiratori.  Sarà il suo ginecologo, dopo averla visitata, a consigliarle che cosa è meglio fare nel suo caso.

L’unico metodo per prevenire l’infezione da HPV è la vaccinazione. L’infezione infatti è molto comune, soprattutto fra le persone giovani, e il preservativo non garantisce una protezione al 100%.  C’è ora un vaccino contro i 9 tipi di virus responsabili di più del 90% dei tumori del collo dell’utero.  In tutte le Regioni italiane nel 2008 è partita la campagna di vaccinazione gratuita per le ragazze nel 12° anno di vita (cioè che hanno compiuto 11 anni). In molte Regioni la vaccinazione ha coinvolto anche ragazze di altre fasce d’età.

Attualmente la vaccinazione viene effettuata con il vaccino a nove ceppi.

In Italia dal 2007 è stato autorizzato l’uso di due vaccini:  il Gardasil ®, rivolto contro quattro tipi di virus HPV (vaccino quadrivalente): due di questi virus sono tra i responsabili del tumore del collo dell’utero (16 e 18); gli altri due (6 e 11) sono responsabili dei condilomi genitali;  il Cervarix®, efficace solo contro due tipi di HPV (16 e 18) che sono tra i responsabili del tumore del collo dell’utero (vaccino bivalente).  Il vaccino serve a prevenire le infezioni ma non a curarle. Oggi l’uso prevalente è quello del vaccino a nove ceppi e le ultime tendenze sono quelle di utilizzarlo anche dopo il trattamento per CIN2 e CIN 3 per stimolare le difese immunitarie specifiche verso l’HPV.

Per i motivi che abbiamo detto sopra, la vaccinazione è raccomandata e gratuita per le ragazzine che hanno compiuto 11 anni.  Il vaccino è inoltre molto efficace anche per le ragazze fino a 25/26 anni che non hanno avuto rapporti sessuali.  Quindi le ragazze e le donne che hanno già avuto rapporti sessuali potranno avere un beneficio parziale perché potrebbero avere un’infezione con un tipo di HPV contenuto nel vaccino. Riteniamo che l’opportunità di fare o meno il vaccino vada discussa col proprio ginecologo.

Dato che la vaccinazione non protegge da tutti i tipi di HPV ad alto rischio oncogeno bisogna continuare a fare regolarmente lo screening, tanto più che oramai per lo screening del cancro del collo dell’utero si utilizza l’HPV test.

Sono virus della stessa famiglia, ma i virus HPV che provocano i condilomi genitali generalmente non provocano il tumore del collo dell’utero.  Per questo motivo i virus HPV che provocano i condilomi sono chiamati virus a basso rischio oncogeno.

I condilomi genitali (chiamati anche condilomi floridi o condilomi acuminati o creste di gallo) sono delle piccole escrescenze che possono comparire sui genitali della donna e dell’uomo. Provocano bruciore e prurito ma non sono pericolose.